Vaccinazione COVID e ragazzi: si può fare senza? 

Dott.ssa Maria Gazzoli, Pediatra di Libera scelta, Treviso

Non è semplice di questi tempi scrivere di pandemia e vaccinazioni, e mantenere al contempo un atteggiamento sereno. Tutti noi abbiamo avuto conoscenti, amici o parenti che hanno subìto l'infezione del SARS-CoV-2 con il ventaglio di conseguenze ad esso correlate: minime, gravi o addirittura letali. Ognuno ha dunque elaborato la sua lettura degli eventi. In questa estate 2021, nei punti di aggregazione classici (al bar, in trattoria, nei chioschi estivi), si registravano schieramenti opposti che contrapponevano, con assoluta certezza di verità, le più granitiche posizioni divergenti. Eppure una riflessione pacata aiuterebbe tutti, o perlomeno coloro che sono realmente interessati al discernimento dei fatti.

Quali sono i fatti?

Il SARS-CoV2 partito dalla Cina, si è diffuso nel mondo: al 15 settembre 2021, oltre 226.000.000 di persone sono state infettate, oltre 4.600.000 le vittime. In Italia oltre 4.610.000 di positivi, decedute 130.000 persone (fonte Min.Sal.); tra gli infettati 700.000 bambini, 3000 ricoverati e 30 deceduti (Prof. A. Staiano 2021). Ancora non si conosce se vi siano effetti dell’infezione da Sars- Cov2 a lungo termine, possiamo però delineare i possibili effetti ad oggi distinguendo gli effetti diretti da quelli indiretti, come da quadro sinottico che segue che rielabora quello reperito in www.Saluteinternazionale.info

COVID-19: Effetti diretti e indiretti su bambini e ragazzi della pandemia. Quadro sinottico tratto da Saluteinternazionale.info e modificato in caratteri normali

                           

Cosa ha fatto la scienza?

La scienza ha elaborato, studiato e prodotto i vaccini anti-Covid: sono state somministrate 5.500 milioni di dosi in tutto il pianeta. In Italia - al 2 ottobre 2021 - sono state somministrate poco meno di 85 milioni di dosi; il 59% dei ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12-19 anni ha completato il ciclo vaccinale (Report Vaccino antiCovid-19, 2ottobre 2021). Gli unici vaccini consentiti per i minori in Italia sono Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna).


 

Cos'hanno fatto di buono i vaccini anti-Covid?

Di fatto i vaccini hanno invertito la curva epidemiologica dell'infezione COVID-19, sia rallentando la diffusione dello stesso che proteggendo la popolazione dai ricoveri in terapia intensiva o dall'esito fatale della malattia (-97% e -96% rispettivamente, Istituto Superiore Sanità - luglio 2021). Da questo dato puramente epidemiologico, seppur di elevato impatto, dobbiamo alzare lo sguardo passando dalla asetticità dei numeri all’analisi delle implicazioni socio-culturali. Recentemente è stata emessa prima da FDA (Food and Drug Administration - USA), poi da EMA (European Medicines Agency) e infine da AIFA, (Ente regolatorio italiano per i farmaci), la raccomandazione di vaccinare i ragazzi e le ragazze oltre i 12 anni, in aggiunta alla popolazione generale. Perché percorrere questa via? In fondo, si potrebbe dire, i ragazzi si ammalano ‘’in modo più leggero’’ e trasmettono ‘’meno’’ il virus; tale affermazione, vera nella maggior parte dei casi, non lo è sempre. (MIS- C*) In realtà l'obiettivo vaccinale in questa fascia di età dovrebbe comprendere - oltre alle valutazioni esclusivamente biologiche - gli altri ambiti solo in apparenza lontani; si tratta infatti di restituire ai giovani, tramite la vaccinazione, la possibilità (necessità!) di vivere la vita scolastica e sociale “di sempre”, di tornare a fare delle relazioni con gli altri, parte essenziale della propria identità.

Che ci sia stata un'emergenza post covid in ambito psicologico-psichiatrico in pre-adolescenza e adolescenza secondaria ai molti mesi di lock-down, lo dimostrano i numerosi appelli dei servizi territoriali di Salute Mentale italiani e dei Pronto Soccorso: +30% di ricoveri per autolesionismo, tentativi di suicidio, oltre ad insonnia, depressione, ansia. Vengono riportati +28% di disturbi del comportamento alimentare (anoressia). Queste problematiche sono solamente la punta dell’iceberg, il “visibile “, perché intercettato dalle strutture sanitarie. Non dobbiamo dimenticare che, a fronte di queste situazioni di sofferenza psichica acuta, si intersecano elementi diretti ed indiretti di perdita di salute fisica. Il termine “sindemia” o “pandemia secondaria” infatti, indica la coesistenza della pandemia in situazioni di patologie croniche sulle quali essa agisce sinergicamente, generando un aggravamento delle condizioni di salute sia delle persone già ammalate, sia provocando una perdita di salute psicologica a causa della persistenza di situazioni di incertezza economica, conflitti familiari, lutti o altri elementi stressanti.

“… il dilemma è sempre stato tra salute e lavoro ma il dilemma più grande è stato tra salute e salute, cioè tra contagio e conseguenze dirette del contagio e tutto il contorno di effetti indiretti che si sono avuti sulla salute di tutti, in particolare della prima infanzia e dell’adolescenza, anni in cui si definiscono gli itinerari di una vita intera” (G. Tamburlini-Agenzia DIRE).

Infine, sfiorando anche un altro ambito, quello scolastico, che in assenza di interventi (vaccino?) si prevede che genererà una perdita di apprendimento equivalente a 0.6 anni di scuola ed un aumento della quota di bambine/i della scuola secondaria inferiore al di sotto del minimo di competenze. Questo aspetto risulta ancora più acuito per gli studenti che provengono da famiglie meno istruite (Save the Children, marzo 2021), sottolineando come la pandemia abbia agito come ulteriore potenziatore delle iniquità sociali.

Quali sono stati gli effetti negativi delle vaccinazioni anti-Covid nei ragazzi/e in età 12-19anni?

Nessun farmaco può considerarsi esente da rischi, ed i vaccini non fanno eccezione. Il rapporto di Sorveglianza dei vaccini Covid-19 prodotto per il periodo 27/12/2020-28/08/2021 in Italia, afferma che complessivamente nella fascia 12-19 anni sono state inserite 838 segnalazioni, con un tasso corrispondente a 22 segnalazioni/100.000 dosi somministrate, il 76% definito non grave; del rimanente 23% circa, il 62% delle segnalazioni gravi risultavano risolte o in miglioramento al momento della segnalazione. Il nesso di causalità con la vaccinazione, a causa del numero limitato delle reazioni gravi, è ancora poco rappresentativo (Rapporto di Sorveglianza dei Vaccini Anti-Covid n.8). Tra queste, si ricordi l’evento avverso miocardite -pericardite 2 casi /1.000.000 dosi e la paralisi del nervo faciale 1 caso/1.000.000 dosi.

* MIS-C : sindrome iperinfiammatoria che si sviluppa 2-6 settimane dopo l’infezione Covid, con disfunzione acuta multiorgano.

Conclusione.

Non abbiamo la capacità di cancellare la povertà e le pandemie, quello che possiamo (dobbiamo!) perseguire, nell'ambito di queste situazioni che penalizzano tutti, è il mantenimento e/o la ricostruzione della vita quotidiana di ognuno, ma in particolare delle persone più fragili, adulti o minori che siano (F. Marchetti, Recenti Progressi in Medicina, Maggio 2021). Si tratta di restituire a questi ultimi la "straordinaria ordinarietà"(Ann S. Masten-American Psycologicst-2001) tramite adeguate politiche sanitarie che comprendano un robusto supporto alle famiglie, l'implementazione dei servizi socio-sanitari territoriali, la scolarizzazione in presenza, oltre naturalmente alla prevenzione e cura in ambito medico (comprendendo anche le vaccinazioni). Per realizzare tutto questo dobbiamo avere il coraggio di guardare lontano (e dobbiamo farlo tutti) per mettere in campo un sistema attivo ed inclusivo senza lasciare indietro nessuno; diversamente, ci potremmo ritrovare con una generazione "bruciata" semplicemente perché "dimenticata".

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